COMUNICATO STAMPA
Qualche riflessione sulla legge del bilancio e sul come arginare a livello territoriale le scelte politiche del governo di utilizzare fondi destinati alla disabilità e non ancora utilizzati per coprire altri capitoli di spese
Nella legge di Bilancio 2024 mancano i fondi per gli anziani non autosufficienti. E’ stato stralciato il supporto ai 7 milioni di familiari, i cosiddetti “caregiver”, che accudiscono le persone fragili non autosufficienti., inoltre sono stati sottratti 350 milioni dal Fondo per le disabilità.
Non solo: nel decreto Anticipi viene fuori anche una riduzione di 258 milioni dei fondi stanziati sul Reddito di cittadinanza e la scelta di non utilizzare nell’ambito delle politiche familiari le risorse non utilizzate per l’assegno unico
Come evidenziano diversi organi di stampa è già nota la posizione del governo e del Mef sulla scelta di attingere per le coperture a fondi sociali: si tratta comunque di soldi non spesi.
Probabilmente anche per i 350 milioni presi dal fondo per la disabilità si può parlare di risorse che rischiavano di restare inutilizzate, tant’è che la ministra Locatelli si è affrettata a precisare: «Non si tratta di un taglio ma di risorse non utilizzate nel 2023 che erano nel capitolo per la legge delega sulla disabilità che non è stata attuata», aggiungendo che le risorse non fanno parte del fondo, ma «sono soldi rimasti lì su quel capitolo e non possono essere toccati da nessuno. Il Mef li ha recuperati adesso e ce li restituirà nel 2025 (!?) quando la legge sarà attuata».
COME E DOVE REINVESTIRE I SOLDI NON SPESI E’ UNA SCELTA POLITICA E NON UN ESCAMOTAGE TECNICO DEL MINISTERO DELLE FINANZE PER FAR QUADRARE I CONTI: proprio per non favorire “scelte del genere”, quantomeno dilatorie, da parte del governo occorre che i fondi per la disabilità e la non autosufficienza vengano tutti utilizzati.
Ad esempio, anche se La Legge sul “Dopo di Noi” ha introdotto nuove risorse e, soprattutto, ha aperto nuovi filoni di lavoro in vista del venir meno del sostegno genitoriale, dalla relazione n.55/2022 della Corte dei Conti sull’attuazione della legge “Dopo di Noi”, n. 112/2016, viene denunciato “un grave ritardo nell’applicazione delle misure istituite per il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità, in quanto non tutte le risorse stanziate nel bilancio dello Stato sono state interamente utilizzate allo scopo e nei tempi programmati e l’ applicazione della legge è ancora molto limitata ed estremamente eterogenea a livello territoriale”.
Ciò premesso, e nello spirito dì sensibilità, attenzione e tensione ad innovare che da sempre ispira l’azione degli Enti Pubblici e privati di questo territorio, e per contrastare le politiche del governo di utilizzare fondi welfare non spesi in ambiti diversi da quelli per cui erano stati originariamente stanziati, ci sembra importante – almeno in questo ambito – suscitare un dibattito locale, che metta al centro delle riflessioni e decisioni alcune tematiche già condivise peraltro con vari Consiglieri regionali della nostra provincia, che sinteticamente si elencano:
- un ri-posizionamento di tutti i servizi, e non solo di quelli delegati alla disabilità per comprendere che il “dopo di noi” si costruisce nel “durante noi”, al fine di dare maggiore sostegno ai “caregiver” nell’affrontare l’adultità dei figli e la costruzione del progetto di vita (già a partire dalla maggiore età);
- un chiarimento su quale ruolo la Regione vada ad attribuire alle Fondazioni del “Dopo di Noi” nell’ambito delle attività previste dalla legge 112/201: quale iter e procedure per un fattivo coinvolgimento delle stesse sia a livello regionale che locale, e quali spazi per l’assunzione di funzioni integrate con i servizi pubblici (ad es. una funzione di monitoraggio sull’andamento dei percorsi e/o dei progetti);
- l’apertura a forme di finanziamento più congruenti con i contenuti e le forme delle sperimentazioni in atto (ad es. come finanziare i percorsi di gruppo…);
- favorire, mediante una cornice e dei parametri di maggiore flessibilità, le innovazioni possibili nell’interpretazione della normativa, con l’obiettivo di allargare la platea dei potenziali beneficiari utilizzando ad es. lo strumento del registro del profilo esistenziale di vita;
- promozione di attività sperimentali di monitoraggio delle forme di residenzialità innovativa in modo da avere un quadro esatto di cosa si sta muovendo.
Questo nostro intervento non è un elenco di lagnanze, inutili e non facenti parte del nostro spirito. Chiediamo attenzioni concrete, non semplici dichiarazioni di principio.
Investire, ribadiamo concretamente, nel nostro mondo non è solo giusto ma certamente anche produttivo, perché si svilupperebbero attività e lavoro, si creerebbe benessere sociale, coesione, quell’armonia che il PIL forse non rileva ma che è base di civiltà, lungimiranza, essere-bene.
Per le Fondazioni del Dopo di Noi della provincia di Reggio Emilia
Sergio Calzari e Innocenza Grillone